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14.12.11

Il buono, il matto, il cattivo


The Good, the Bad, the Weird (Corea del Sud, 2008)
di Kim Jee-woon
con Song Kang-ho, Lee Byung-hun, Jung Woo-sung

Il mio problema coi registi coreani è che, tolto Kim Ki-duk, tendo a confonderli tutti fra di loro. Kim Ki-duk me lo ricordo bene perché l'ho conosciuto in tempi non sospetti, con quella roba angosciante di Seom, alla rassegna del festival di Venezia del 2000. Ma con tutti gli altri faccio sempre una confusione pazzesca e mi sembra sempre che si chiamino tutti Park o Lee. Sarà anche che più o meno tutti hanno fatto almeno un film con protagonista Song Kang-ho (di cui non mi ricordo assolutamente il nome e ho controllato su IMDB). Fatto sta che mi sono avvicinato a Il buono, il matto, il cattivo convinto di aver già visto tre film dello stesso regista: Two Sisters, A Bittersweet Life e Crying Fist. Beh, due su tre, perché in realtà Crying Fist è di Seung-wan Ryoo, che ha poi diretto tale City of Violence. In tutto questo, va detto, non c'è neanche un Park o un Lee, e fra l'altro per qualche motivo ho la tendenza a confondere Song Kang-ho con Choi Min-sik, protagonista di Crying Fist e di Oldboy, diretto per l'appunto da Park Chan-wook. Ok, non ci sto capendo più nulla, parliamo del film.

Il buono, il matto, il cattivo è un film western ambientato in Manciuria, che strizza l'occhio a Sergio Leone ed è stato diretto dal regista di A Bittersweet Life e Two Sisters in un momento in cui aveva probabilmente voglia di rilassarsi e divertirsi un po'. E questo già dice tutto, o quasi. L'impressionante bravura registica di Kim, la sua fantasia e lo spirito esagerato con cui compone le scene d'azione, la voglia di stupire con una messa in scena totalmente sopra le righe e la mostruosa cura formale ci sono tutte, così come non manca anche lo scarso senso della misura, l'incapacità di darci un taglio quando serve. Ad essere messo una volta tanto da parte è quel senso esagerato per il melodramma, che a dirla tutta a me neanche dispiace, in favore di un tono quasi completamente parodistico e cazzone, di una voglia stupire, divertirsi e divertire con pochi eguali.

Il buono, il matto, il cattivo è insomma un bordello continuo di invenzioni visive e di trovate che ti strappano il sorriso e ti fanno dimenticare il suo innegabile tirarla un po' troppo per le lunghe, che si ritrova talvolta solo a livello narrativo, altre volte proprio nelle stesse scene action, con quella lunga cavalcata verso la fine che sembra non finire mai. Epperò, quando ingrana la quinta, scatena la sua adorabile colonna sonora e mette sul piatto tutto quello che ha da offrire, è uno spettacolo sinceramente trascinante e divertentissimo. L'incipit sul treno è irresistibile, tutta la sparatoria cittadina fa paura e il momento musicale a cavallo con Jung Woo-sung che ganzeggia è da strapparsi le vesti per la gioia. Aggiungiamo il carisma dei tre protagonisti, con un cattivo che riesce a rendere accettabili le sue mossette e la sua capigliatura impresentabili, un buono dal volto forse un po' anonimo ma che fa le cose più ganze di tutti e un matto che, beh, anche se lo confondo con altri tre o quattro coreani a caso, è e rimane un attore pazzesco. Insomma, vittoria totale. Ah, già che ci siamo, l'incipit (o, meglio, una parte):



È solo una parte dell'assalto al treno e oltretutto, vista in finestrella, non rende minimamente l'idea dell'impatto che ha, ma non importa. Il fatto è che questo è nettamente uno di quei casi in cui non puoi fare a meno di pensare che sì, ok, il Blu-ray, il volume a palla, i cinquanta pollici ma, cazzo, avrei voluto vederlo al cinema.

A proposito di cinema, il 18 novembre questo film qua è uscito - con tre anni di ritardo - in addirittura sei sale italiane, guarda caso proprio nello stesso momento in cui mi sono finalmente deciso a comprare il Blu-ray (giuro, non lo sapevo!). E, per carità, un abbraccio forte a Tucker Film che comunque ci ha provato e ha pure adattato il titolo come Dio comanda, ma certo è che i fortunati in grado di far caso a un'uscita del genere probabilmente il film l'avevano già visto da tempo. Anche vero che magari sono quelli che sanno quanto possa essere figo andarselo a vedere in sala, se vivi in zona e riesci a beccare quei due o tre giorni prima che lo levino. Fortunelli! Comunque, magari significa che uscirà sul mercato dell'home video italiano, per amore di chi non tollera i sottotitoli. Per tutti gli altri, segnalo che il Blu-ray inglese è ottimo ma, appunto, in coreano-cinese-giapponese sottotitolato in inglese. Fra l'altro il fatto che nel film ci sono coreani, giapponesi e cinesi che parlano tre lingue diverse viene anche timidamente sfruttato in un paio di occasioni dall'intreccio. Son cosette, ma ci sono.

1 commenti:

nuoo bastardo! :°D questo film lo volevo troppo vedere al cinema ma ovviamente qui a stronzopoli non è arrivato e credo mai arriverà. hype per l'uscita home video-noleggio italiana.

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